Gli ioni solfuro si trovano nelle acque sotterranee e nelle acque reflue derivate sia da fonti naturali che da processi industriali. Lo zolfo o il solfato vengono rilasciati nelle acque sotterranee da processi come l'erosione delle rocce. I batteri solforatori sono quindi i produttori primari di grandi quantità di idrogeno solforato ossidando materiale organico con solfato in condizioni anaerobiche (in assenza di ossigeno o nitrato).

L'acido solfidrico provoca sia un odore sgradevole di «uovo marcio» che problemi di corrosione (soprattutto se gassoso) che sono ancora più pronunciati a temperature più elevate (es. acqua calda). L'idrogeno solforato è tossico, tuttavia, normalmente non è un rischio per la salute alle concentrazioni presenti nell'acqua del rubinetto domestico. Inoltre, l'idrogeno solforato aumenta la corrosione dei tubi dell'acqua e ne riduce la durata.

Per valutare la concentrazione di solfuro quasi senza interferenze, è possibile eseguire una misurazione rapida ed economica del solfuro utilizzando un elettrodo ionoselettivo.

Il metodo è dimostrato per campioni di acqua addizionati con diverse concentrazioni di solfuro (60, 100 e 240 mg/L di solfuro). Poiché il solfuro è altamente volatile, deve essere conservato in condizioni alcaline utilizzando acetato di zinco.

I risultati vengono acquisiti dopo un minimo di 60 secondi quando la lettura della concentrazione è stabile. La deviazione standard relativa ottenuta è inferiore al 15% previsto dalla norma ASTM.