La vitamina C, nota anche come acido ascorbico o acido L-ascorbico, è un nutriente essenziale coinvolto nella riparazione dei tessuti e nella produzione enzimatica di alcuni neurotrasmettitori. È necessaria per il funzionamento di molti enzimi e per le prestazioni immunitarie ed è anche un importante antiossidante. Questo nutriente è presente in molti alimenti ed è spesso utilizzato come integratore alimentare.
In questa Application Note si descrive la determinazione fotometrica dell'acido ascorbico secondo la norma ISO 6557-2. Per aumentare l'obiettività sul punto di equivalenza determinato e la riproducibilità dei risultati, viene utilizzato un titolatore automatico dotato di un sensore fotometrico, l'Optrode. Il titolante 2,6-diclorofenolo-indofenolo (DCIP o DPIP) serve contemporaneamente come titolante e indicatore.
Il metodo è dimostrato per il succo di arancia e arancia rossa.
In primo luogo, al campione viene aggiunto acido ossalico. Successivamente, il campione viene centrifugato per rimuovere l'eventuale polpa.
Questa analisi fotometrica viene eseguita su un sistema 907 Titrando dotato di agitatore magnetico e Optrode a scopo indicativo.
Un'aliquota del campione preparato viene aggiunta al becher di titolazione, seguita da acido ossalico. Quindi, la soluzione viene titolata utilizzando 2,6-Diclorofenolo-Indofenolo (DPIP) standardizzato fino a dopo il primo punto di equivalenza.
L'analisi mostra risultati accettabili e riproducibili e curve di titolazione ben definite. I risultati sono riassunti nella Tabella 1. Viene visualizzata una curva di titolazione di esempio figura 2.
Campione | Media / mg/l | SD(rel) in % |
---|---|---|
Succo d'arancia | 363,5 | 1,28 |
Succo d'arancia rossa | 570,8 | 1,29 |
Dopo l'estrazione del campione e la centrifugazione, il contenuto di vitamina C nei succhi d'arancia viene facilmente valutato in base alla norma ISO 6557-2 utilizzando DPIP come titolante e un sensore fotometrico per l'indicazione. In questo modo, la colorazione rosa salmone dell'endpoint può essere determinata in modo riproducibile e oggettivo indipendentemente dall'operatore e dal colore del campione. Inoltre, l'utilizzo di un sensore fotometrico consente l'utilizzo di un sistema automatizzato e, di conseguenza, una maggiore portata del campione.
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